venerdì, aprile 21, 2006

Parole ragionevoli

Caro D'Alema, sinceramente non vorrei che lei diventasse presidente della camera o cose simili. Una carica istituzionale non è quello che serve ora, bensì servono parole forti e chiare per uscire da questa melassa irrazionale che sembra aver avvolto il mondo intero.

Leggo ora la seguente ANSA :
(ANSA) - BERLINO, 21 APR - Hamas è pronto a vivere in pace con Israele se lo stato ebraico si ritirerà dai territori occupati nel 1967 e da Gerusalemme Est. Lo ha detto il capo dell'ufficio politico del movimento islamico palestinese, Khaled Meshaal. 'Israele - ha dichiarato alla tv tedesca ZDF - si deve ritirare dai territori che ha occupato dal 1967. Questo comprende lo smantellamento delle colonie ebraiche, la distruzione del muro di separazione e la liberazione di tutti i detenuti'.

Le sembra questo un discorso da estremista o una ragionevole proposta di pace? I territori conquistati e occupati da Israele nella guerra del 1967, quelli oltre la famosa linea verde, non sono considerati da tutta l'Europa e dalla maggior parte dell'ONU come territori indebitamente occupati da cui ritirarsi? Lo sono, vero? Il muro che sta distruggendo la Palestina e la sta trasformando in un enorme carcere a cielo aperto non è illegale secondo l'Europa?

Ma allora, quello che le chiedo è: "per dire parole così ovvie e ragionevoli, bisognava attendere un leader di un movimento islamico?", non le poteva dire lei, o qualche altro razionale esponente politico occidentale? Perché dire cose ragionevoli fa così paura? Chi ci ha ridotto così?

Non faccia il presidente della Camera, la prego. Abbiamo bisogno di ministri degli esteri, abbiamo bisogno di parole ragionevoli.

lunedì, aprile 03, 2006

Democrazia SI, democrazia NO

Caro D'Alema,
da pochi giorni si sono svolte elezioni in Palestina e in Israele. Le elezioni palestinesi sono state vinte nettamente da Hamas, movimento islamico radicale. Tutto il mondo (il nostro mondo) si è detto preoccupato per il processo di pace in Medioriente. A dire il vero i più moderati si sono solo detti preoccupati, molti altri hanno subito iniziato ad attaccare il risultato del voto che ha portato al governo "una banda di terroristi" ... e comunque sia "non si può riconoscere legittimità a una formazione politica che non riconosce il diritto all'esistenza dello stato di Israele," questa la chiosa universalmente associata al risultato delle libere elezioni democratiche in Palestina.

Le elezioni in Israele hanno visto il successo, meno netto del previsto ma sempre un successo, di Kadima, formazione neocentrista creata da Sharon e ora guidata da Olmert che mette al centro del programma un ridispiegamento delle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati. Tutto il mondo (il nostro mondo) ha esultato vedendo nella democratica vittoria di questo partito concrete possibilità di pace in Medioriente.

Ma il piano di Kadima non è che un ridispiegamento tattico della colonizzazione israeliana della palestina occupata, con l'eliminazione delle colonie meno difendibili, l'espansione di molte altre e con il mantenimento del controllo militare israeliano su tutta la Cisgiordania, e specialmente sulle risorse strategiche (acqua) della Valle del Giordano. Intuile dirlo, il futuro governo continuerà nella costruzione del muro di cemento che divide e isola le zone abitate dai palestinesi e nell'espropriazione delle terre. Il piano di Kadima impedirà di fatto la nascita di un qualunque stato palestinese.

Caro D'Alema, non trova il nostro comportamento (quello del nostro mondo) a dir poco schizofrenico?