mercoledì, luglio 26, 2006

L'irrazionalità della diplomazia?

Caro D'Alema, nel gran rilievo mediatico dato alla conferenza di Roma sul medioriente si susseguono voci, dichiarazioni, ipotesi. Gli esperti di turno ci spiegano che la Siria, l'Iran, gli Sciiti, i Sunniti... quasi come se fosse scoppiata una guerra panaraba ai danni di Israele.

Ci dicono poi degli aiuti bloccati, della necessità di creare corridoi umanitari, dell'emergenza profughi (siamo quasi a un milione, un terzo della popolazione libanese!).

Caro D'Alema, o io ho perso ogni minima capacità logica o sembra veramente di stare assistendo a una tragica rappresentazione della commedia dell'assurdo.

Ma come, ci si preoccupa dei profughi, delle distruzioni, ci si affanna a trovare una soluzione, a mandare aiuti, quando basterebbe semplicemente ordinare a Israele di fermare l'offensiva armata?! Sì, perché non siamo di fronte a una guerra, non c'è nessuna situazione sfuggita di mano, c'è solo una unilaterale offensiva armata di Israele nei confronti del Libano.

Israele può fermarsi in un secondo, basta deciderlo, non ha nulla da temere, non c'è rischio di rovesci. Israele è la quarta potenza nucleare del mondo, e ha un'armamento convenzionale allo stesso livello. L'attuale offensiva non ha nulla a che vedere con la difesa della sua esistenza, si tratta di un'azione di potenza volta a ribadire la sua posizione di potenza egemone in medioriente, a ribadire la sua libertà di azione, la sua impunità.

Certo, quel "semplicemente" è in corsivo, perché non è semplice ordinare a Israele di fermarsi. Il comportamento criminale (come chiamarlo altrimenti? Come chiamare la distruzione di un paese e il massacro di civili in risposta a una scaramuccia di confine?) del suo governo è appoggiato dal governo statunitense (e di questo ne riparleremo, dell'atlantismo a prescindere delle posizioni del governo italiano). Non è semplice fermare Israele, ma almeno proviamo a dirlo! Perché dobbiamo occuparci degli effetti e non della causa? Che senso ha spendere energie e soldi per affrontare la crisi umanitria, per ricostruire il Libano, quando basterebbe fermare Israele per far finire tutto questo?

Il segretario delle Nazioni Unite da giorni chiede il cessate il fuoco? Israele non ha mai ascoltato l'ONU, figuriamoci, sono decine e decine le risoluzioni dell'ONU di cui Israele si fa un baffo. Ma che può Kofi Annan se non ha l'appoggio di qualche stato, di qualcuno che abbia qualche arma per convincere Israele almeno ad ascoltare? E allora? L'Europa? L'Italia stessa? Perché non cominciamo dal mettere in discussione i privilegi che l'UE riconosce a Israele? Perché almeno non minacciamo una mossa del genere?

Il governo libanese ha appena affermato che le distruzioni prodotte dai bombardamenti israeliani ammontano già a 2 miliardi di dollari... e questi chi li paga? Sì perché sembra un cinico ragionare parlare di soldi di fronte ai morti, ma non è così. I soldi quantificano la distruzione e la distruzione ci dice quanto il livello di vita dei libanesi diminuirà nei prossimi anni, quanti in più moriranno per povertà, per malnutrizione, per le ridotte condizioni igeniche. Distruggere un paese (come stanno facendo gli israeliani seguendo l'esempio dei loro amici statunitensi) è un crimine che va ben oltre il momento contingente.

Caro D'Alema, siamo di fronte ad atti criminali, come si può permettere che rimangano non dico impunti, ma persino misconosciuti? Non c'è pace senza giustizia, lei lo sa bene. Ci stiamo giocando un futuro di pace.