domenica, luglio 09, 2006

Uso sproporzionato della forza

Caro D'Alema, le giuro che non mi piace prevedere il futuro quando si prevedono disgrazie. Ma, il massacro c'è stato, e continua, e, come avevo scritto nell'ultimo post, la comunità europea ha condannato Israele per "uso sproporzionato della forza", com'era prevedibile. Ovvero, non ha mosso e non muoverà un dito.

Ma quella frase contiene molto di più che un blando rimprovero, contiene l'essenza stessa della sudditanza con cui l'Europa guarda al medioriente: "vi critichiamo perché avete usato la forza (la vostra forza militare, enormemente maggiore di quella del vostro nemico palestinese) in maniera sproporzionata" cosa vuol dire se non: "la ragione è dalla vostra parte, ma non esagerate... "

E qui caro D'Alema, è dove proprio non capisco. Dov'è la ragione di Israele? Perché dall'inizio di giugno hanno ucciso 52 palestinesi (armati, disarmati, vecchi, bambini, donne, uomini...)? Perché hanno invaso di nuovo Gaza? Per fermare qui micidiali razzi Qassam che in dieci anni non hanno fatto i danni e i morti che l'esercito israeliano fa in un giorno?

Dov'è la ragione di Israele? Si bombardano case e persone per liberare un soldato prigioniero? E cosa dovrebbero fare allora i palestinesi che di prigionieri nelle carceri israeliani ne hanno migliaia?

Caro D'Alema, in medioriente si combatte una guerra, perché le azioni di uno sono sproporzionate ma comprensibili e invece si condanna la resistenza a una occupazione quasi quarantennale come terrorismo?

Mi è piaciuta molto la sua dichiarazione di equivicinanza ai popoli israeliano e palestinese, ma perché a questa dichiarazione non seguono ovvie conseguenze? Perché non siamo in grado di imporre a Israele una forza multinazionale che pacifichi la regione?

Troppe domande caro D'Alema? In medio oriente si gioca la credibilità di una civiltà, non dovrebbe passare un giorno senza che si cerchi una soluzione a questo interminabile massacro.