mercoledì, febbraio 20, 2008

Kossovo libero... e Palestina in galera!

Caro D'Alema, avevamo iniziato questa corrispondenza non biunivoca poco prima che lei diventasse ministro.

Ora ministro lo è ancora, ma per poco, dopo una legislatura che definire deludente è dir poco. Ma nonostante la sua legittimità sia ormai evanescente, ecco che si sente in diritto di approvare, a nome di noi tutti "popolo italiano", la dichiarazione di indipendenza del Kossovo.

Certo, come poteva fare altrimenti? Non era forse lei il primo ministro quando la nostra aviazione partecipò alla "liberazione" del Kossovo bombardando case, fabbriche, strade, centrali elettriche serbe?

Dopo quella liberazione la pulizia etnica che si doveva evitare è stata compiuta alla rovescia. Le vittime della deserbizzazione del Kossovo sono state molte di più di quelle che avevano scatenato la nostra offensiva, e le distruzioni del patrimonio artistico, ovvero della memoria delle popolazioni serbe del Kossovo, sono proseguite senza che lei, o qualcuno degli altri liberatori, ci trovasse nulle di strano (più di 150 monasteri ortodossi, molti dei quali medieovali, sono stati cancellati dai pacifici kossovari).

Caro D'Alema, complimenti, un bel canto del cigno il suo. Ma prima che lasci il campo le vorremmo fare un'ultima domanda.

Proprio oggi Yasser Abed Rabbo dell'ANP ha dichiarato ''Se le cose non vanno nella direzione di un effettivo blocco dell'attivita' di colonizzazione, se le cose non vanno in direzione di negoziati continui e seri, allora noi (palestinesi) dovremmo fare il passo di annunciare unilateralmente la nostra indipendenza'', riferendosi ovviamente al Kosovo.

Se lei fosse ancora ministro degli esteri tra un po' (chissa?), approverebbe tale dichiarazione, andando incontro all'ovvia aspettativa della maggioranza del popolo italiano, o dovrebbe prima fare una telefonatina a qualche suo azionista di riferimento transatlantico?

Caro D'Alema,
saluti!

sabato, gennaio 13, 2007

Il male

Caro D'Alema, non ho letto, non sto leggendo, dei fatti di Erba. Troppo male mi farebbe addentrami in una faccenda che spaventa anche limitandoci solo ai titoli dei quotidiani. Ho però, da questi titoli, visto commentare, condannare, sermoneggiare, i grandi pensatori della nostra carta stampata, e c'è qualcosa che non mi torna.

La tragedia di Erba, figlia di chissà che mali, che disagi, che scompensi mentali, è, nella sua tremenda efferatezza, niente in confronto a quella che dovrebbe, avevamo pensato avrebbe dovuto, essere un TABU':

la Guerra

Quante ERBA si consumano in una guerra? Quante vite spezzate? Quante felicità cancellate?

Eppure, caro D'Alema, eppure la guerra è qui, ogni giorno, da molti giorni, per quanto ancora?

E quelli che versano lacrime e inchiostro per spiegarci quanto sia profondo il male non sembrano accorgersi di quello più grande, della GUERRA, che anzi, spesso, giustificano, spiegano, articolano, come necessaria, inevitabile, un tabù da superare.

Questi signori, caro D'Alema, questi che magari avrebbero compreso un linciaggio di quei disgraziati omicidi, questi stessi, non esiterebbero a stringere le mani di Bush, o di Blair, o di tutta quella accolita di assassini che li segue. Mani talmente insanguinate da far sembrare solo sporchette quelle di quei due poveri disgraziati. Mani che neppure hanno dalla loro la scusa di essere guidate da un cervello malato, bensì da interessi tanto grandi quanto luridi.

Caro D'Alema, il DIO che probabilmente non c'è potrà forse accogliere i due pazzi coniugi, ma come si comporterà con tutti gli altri? E con chi, forte della sua pozione di visibilità, li appoggia e giustifica?

lunedì, ottobre 09, 2006

Ancora la Bomba!

Caro D'Alema,
mentre i dottor Stranamore si moltiplicano per il mondo (ieri si è aggiunta la Corea del Nord con un test nucleare sotterraneo), i nostri pacifici occidentali sbraitano e si agitano dichiarando "inaccettabile", "intollerabile", "una provocazione" ... ogni passo verso l'arma atomica fatto da nazioni che non siano loro amiche.

Di contro i grandi stati democratici, USA in testa, hanno da tempo lasciato da parte ogni idea di disarmo, si tengono ben strette le loro armi nucleari e ne sviluppano di nuove e sempre più potenti.

Ormai la bomba atomica non è diventata che l'arma dei poveri, l'unico modo un po' rapido per affermarsi in questa corsa al riarmo alimentata dall'unica grande potenza rimasta (e dalle sue multinazionali della guerra). Agli Stati Uniti,e ad altri paesi democratici, non servirebbe certo ricorrere all'arma nucleare se volessero distruggere un paese nemico.

Caro D'Alema, invece di sbraitare, non sarebbe meglio prendere l'iniziativa, Europa in testa, e negoziare con i nuovi Stranamore la rinuncia agli sviluppi bellici della tecnologia nucleare, magari dando qualcosa in cambio, o almeno il buon esempio?

giovedì, agosto 31, 2006

Equidistanti, equivicini, imparziali...

Caro D'Alema, abbiamo letto le sue dichiarazioni riguardanti un eventuale fornitura di armi dalla Siria al Libano: "Se dalla Siria verrano armi, la comunità internazionale non starà a guardare".

Visto che la missione ONU a cui partecipiamo non dovrebbe ess
ere schierata dall'una o dall'altra parte, ma piuttosto rappresentare una vera forza di interposizione che garantisca la tenuta del cessate il fuoco, siamo sicuri che tale monito valga anche per le forniture statunitensi a Israele, o per quei due sommergibili nucleari che la Germania sta per regalare al governo di Tel Aviv, non è vero?

Attendiamo conferma dalla sue dichiarazioni alla stampa...

lunedì, agosto 21, 2006

Olmert e l'ONU

Caro D'Alema, cosa ne pensa della giustificazione data da Ehud Olmert della violazione del cessate il fuoco dello scorso 19 agosto a Baalbek? Secondo Olmert non c'è stata nessuna violazione, bensì si trattava della legittima applicazione della risoluzione ONU che prevede il disarmo di Hezbollah.

Beh, a parte che nessuno ha detto a Israele che deve prendersi carico di far rispettare tale risoluzione, a parte la faccia di bronzo del governante di uno stato che le risoluzioni ONU non le ha mai riconosciute, non crede D'Alema che da ora in avanti ogni atto di aggressione dei Palestinesi nei confronti dello stato di Israele potrebbe essere visto come una legittima applicazione delle numerose risoluzioni ONU che impongo a Israele di ritirarsi dai territori occupati nel 1967?

Altro che terrorismo! I gruppi armati palestinesi non sono che forze che tentano di applicare le risoluzioni delle Nazioni Unite... Olmert docet.

sabato, agosto 19, 2006

Arrivano i nostri

Caro D'Alema, i cannoni tacciono, finalmente, e ci apprestiamo a spedire un contingente "di pace" in medioriente.

C'è chi si è persino spinto a celebrare la rinascita dell'ONU. E' proprio vero che ci si accontenta di poco!

Dopo aver sferrato il suo criminale attacco al Libano, evidentemente premeditato visto che non si può pensare che una operazione del genere sia stata improvvisata nell'urgenza di liberare i due soldati israeliani rapiti, il governo di Israele ha condotto per un mese una campagna militare efferata, fregandosene, come al solito, delle richieste di tregua della comunità internazionale, grazie anche alla copertura del grande alleato statunitense.

Quando il governo israeliano ha deciso che era l'ora di smetterla (con che criterio? i civili morti? il mancato successo su Hezbollah?) l'ONU ha dichiarato il cessate il fuoco, e Israele ha risposto: va bene, ma ormai concludiamo il week-end... Che forza l'ONU!

Ora una forza militare internazionale dovrebbe garantire il mantenimento della tregua, ma ho qualche cosa da chiederle D'Alema.

Intanto, dove si schiererà? Mi sembrerebbe logico sul confine, e invece sento parlare di Libano del sud.

E quali funzioni avrà? Io penserei che dovrebbe proteggere i Libanesi dagli attacchi israeliani, e invece leggo che dovrà disarmare Hezbollah.

Insomma caro D'Alema, cosa andiamo a fare in Libano? A finire, magari senza bombardare, il compito che si erano prefissi gli israeliani?

E poi vorrei porle un'altra domanda? Sento parlare di conferenza dei donatori per ricostruire il Libano. Israele distrugge e noi paghiamo il conto?

Intanto oggi Israele ha violato la tregua, uccidendo tre libanesi nella valle della Bekaa, ma immagino che non accadrà nulla, quello stato democratico ha pur diritto a difendersi.

martedì, agosto 01, 2006

Quousque tandem, Erode... ?

(ANSA) - BERLINO, 1 AGO - Sono quasi 200 i bambini e ragazzi rimasti uccisi in Libano dall'inizio del conflitto armato con Israele, secondo l'Unicef. Un terzo dei 620 morti e 3200 feriti sono bambini e adolescenti - ha detto Dan Toole, responsabile del programma di aiuti urgenti Unicef. Un cessate il fuoco - ha sottolineato - e' estremamente necessario per consentire l'arrivo di aiuti alle popolazioni civili.